Garous Abdolmalekian
Giovani Poeti Palestinesi

68 Ceppo – Mircea Cartarescu vince il Ceppo Racconto Internazionale

Mircea Cartarescu vince il Ceppo Racconto Internazionale. La motivazione di Giuseppe Zucco.


Mircea Cărtărescu vince il Premio Ceppo Internazionale Racconto 2024 con la raccolta Melancolia (La Nave di Teseo 2022) per aver saputo raccontare il mondo come un luogo che non è dato una volta per tutte e le cui forme non sono mai cristallizzate. Nelle sue storie tutto è sempre travolto da una inarrestabile metamorfosi, e non vi è tempo, spazio, corpo e materia che non mutino costantemente stato, arrivando a conquistare dimensioni e significati sempre nuovi, sprigionando una luce che rivela in maniera sorprendente le zone più nascoste della realtà e del cuore umano, come avviene in uno dei suoi racconti più toccanti, Le pelli. Forse non è un caso se il suo particolarissimo modo di vedere il mondo sia scaturito in Romania, in cui vive e lavora da sempre. Proprio Ovidio visse i suoi ultimi anni in esilio in una città sulle coste dell’attuale Romania. E come se a distanza di secoli si fossero sfiorati e passati il testimone, Cărtărescu ne è divenuto l’erede. Ma quali sono le forze segrete che aggrediscono e rivoluzionano le forme e il senso del mondo? L’infanzia, il sogno, la memoria, e soprattutto la nostalgia, una stranissima forma di nostalgia, che irrora e potenzia la vita, tutta tesa al futuro, che ricorda quanto scrisse Pasolini, “La conoscenza è nella nostalgia. / Chi non si è perso non possiede.”

Se per Cărtărescu la realtà è sempre sovvertita dalla potenza della nostalgia e del sogno, ciò significa che la realtà ha sempre qualcosa di sentimentale, e che sono i sentimenti più instabili e ambigui a modificare le case, le strade, le piazze, i palazzi, le scuole, le fabbriche – così che Bucarest, il luogo in cui tutte le sue storie accadono, risulta, allo stesso tempo, minuta e accogliente come una stanza da letto, e vasta e brulicante di creature come un cosmo intero. Nei libri di Cărtărescu la nostalgia non è che un nome dell’immaginazione, ed è proprio l’immaginazione a rompere l’illusione che non ci sia realtà oltre la gabbietta del nostro piccolo io. Fuori e dentro di noi tutto è vivo, tutto vibra, tutto si moltiplica e s’intreccia con estremo rigoglio, e tocca a noi fare avventura in questo universo tenero e inquietante, proseguendo ostinatamente anche quando tutto diviene spaventoso e incomprensibile. Poiché, come scrive in Solenoide, “Ciò che ci resta è l’ostinazione, che è sempre una forma di fede.”

Mircea Cărtărescu è uno scrittore, un poeta e un professore universitario. Nato a Bucarest nel 1956, è stato segnalato più volte per il premio Nobel della Letteratura. Dopo avere esordito in poesia, ha spinto l’arte di scrivere racconti e romanzi oltre le frontiere conosciute, e oggi i suoi libri sono tradotti in oltre venti lingue. Tra questi spiccano, per complessità e visione, la trilogia di Abbacinante (Voland 2008-2016) e il suo capolavoro, Solenoide (il Saggiatore 2020).