69 Ceppo – Lezione di Rebecca Garbin: “Dare da mangiare agli affamati” – Un assaggio

Lezione di Rebecca Garbin: “Dare da mangiare agli affamati” dal volume “Il riparo delle sillabe e delle parole” a cura di Paolo Fabrizio Iacuzzi


Tra le opere di misericordia raffigurate nel fregio dell’ex Ospedale del Ceppo di Pistoia “Dare da mangiare agli affamati” non spicca immediatamente sulle altre. Per me, però, è la più importante. Guardando l’opera più da vicino, possiamo notare un dettaglio molto interessante: il protagonista di tutti gli episodi, Leonardo Buonafede, vescovo che commissionò il fregio, occupa questa volta non il centro ma una metà della scena. Con lui c’è un signore vestito di nero, che dagli abiti sembra essere molto ricco. Sul lato destro della scena, il nobiluomo sta distribuendo del pane ai poveri. Sul lato sinistro, il vescovo sta accompagnando alla mensa un mendicante, il più magro e malconcio fra tutti: la sua figura ricorda quella di un eremita del deserto, finito chissà come nel centro di Pistoia.

Il mio intervento prenderà in esame la differenza tra questi movimenti: non solo dare da mangiare agli affamati, ma anche richiamare gli affamati alla mensa.

Che cosa significa, oggi come allora, dare da mangiare agli affamati?

Prima di tutto c’è da capire che cosa sia davvero la fame. Mangiare è fondamentale per sopravvivere. Proprio perché non si può vivere senza cibo, la fame può diventare uno strumento di potere, che si tratti di assediare una città o reprimere un’insurrezione. Se il nobile nel fregio distribuisce il pane ai poveri, è perché ha il potere di lasciarli morire di fame. (…)