VENERDì 21 FEBBRAIO • Liceo Scientifico Amedeo di Savoia ore 9.00. LEZIONE di LORETTO RAFANELLI • POESIA E SCGUARDO A PARTIREC DA DINO CAMPANA. Il poeta e critico tiene una lezione da Dino Campana a Roberto Carifi.
Sono molteplici i modi in cui i poeti si “inoltrano” nello spazio poetico, si può dire che ogni poeta ha una propria idea riguardo la poesia, ha un proprio sguardo creativo, linguistico e “civile”.
Leopardi diceva di un suo “doppio” sguardo, che sconfinava tra realtà e immaginazione, e riteneva che è “Trista quella vita [… ] che non vede, non ode, non sente se non che oggetti semplici, quelli soli di cui gli occhi, gli orecchi e gli altri sentimenti ricevono la sensazione”.
Allora, lo sguardo poetico può “accovacciarsi” in mille appostamenti: osservare il tripudio del mare, sostare sul viso di una persona, mirare un tramonto o un’alba, ma pure può risolversi nel seguire un’ombra, una solitaria ombra, come percepiva Montale, o “misurare” il silenzio di una distanza, come accade nei versi di Paul Celan, o vivere le intime laceranti attese, le relazioni, o anche le possibili gioie.
Una mia recente antologia ha il titolo: “Lo sguardo infinito” e nasce dall’idea di considerare lo sguardo come la “miniera” o il “campo allargato”, del poeta, ma anche, tale titolo, è pensato ricordando un’opera di Brancusi, l’artista che affidandosi alla infinità della tensione artistica, intendeva fantasticamente costruire una colonna che, esaltando il concetto del sacro, giungesse al cielo, giungesse a Dio.
Le poesie proposte durante la lezione, sono le poesie di poeti che hanno segnato con il loro sguardo poetico, la storia della poesia del Novecento italiano, poeti che “sintetizzano” un mondo in cui lo sguardo si è “allungato” verso un incrocio decisivo della vita, e non solo della loro vita, ma quella di tutti noi, perché i veri poeti sanno indicare il momento del viaggio in cui ci troviamo e il punto verso cui procediamo, pur senza essere maghi o profeti.
Dino Campana a inizio Novecento seppe con la sua visionarietà fantastica, puntualizzare nuovi cammini, nuovi approdi, anche geografici, oltre che esistenziali e stilistici.
Mario Luzi è il profondo interprete di una poesia che si fa interrogazione continua, scavo esistenziale, fortemente umano, in un puntuale confronto con la soglia spirituale.
Alda Merini tese lo sguardo fisso alla propria istanza d’amore, nel girovagare verso una meta che si faceva sempre più deserta e inavvicinabile, e, al di là di una consunta notorietà, i suoi versi sono scolpiti nella dura pietra.
Roberto Carifi, pistoiese, voce creativa unica, “sfalda” i suoi connotati in una ricerca addolorata, che diviene anche dolorosa per il suo lettore; egli, rappreso in uno sguardo fisso a una infanzia che rivela cicatrici non rimarginabili, traccia un dettato martellante e sfibrato, claudicante e incisivo, malato e sfiatato, come la sua attuale condizione.
Loretto Rafanelli è nato nel 1948 a Porretta Terme da genitori pistoiesi. Dopo il suo primo libro, I confini del Viso (Forum 1987), la sua opera è stata pubblicata per la maggior parte dalla casa editrice Jaca Book: Il silenzio dei nomi (2002), Il tempo dell’attesa (2007), L’indice delle distanze (2013), A ogni stazione del viaggio (2021); è anche di imminente uscita la sua autoantologia, Lo sguardo senza fine. Poesie 1984-2024. Ha diretto la casa editrice I Quaderni del Battello Ebbro, partecipato con Marco Nereo Rotelli alla Biennale di Venezia (2001, 2005, 2007, 2011) e collaborato a eventi tra arte e poesia. Per la saggistica è uscito: Il sangue della ricordanza (I Quaderni del Battello Ebbro 1998), Il punto poetico (Algra Editore 2017) ed è di imminente uscita la seconda parte. Per il teatro è in corso di pubblicazione: Teatro riunito. Dramaturgia reunida. Versione bilingue, italiano-spagnolo (Università Autonoma di Zacatecas, Circulo de Poesia Editor).