69 Ceppo – Scuola di Poesia – Tommaso Di Dio e Matteo Bianchi per Dylan Thomas e Piero Bigongiari



VENERDì 7 FEBBRAIO • BIBLIOTECA SAN GIORGIO, SALA GIANNA MANZINI • 16.30. LEZIONE con TOMMASO DI DIO E MATTEO BIANCHI • A PARTIRE DA DYLAN THOMAS E PIERO BIGONGIARI. In occasione della pubblicazione dei libri su Dylan Thomas: “Visione e preghiera e altre poesie scelte” (Giometti & Antonello 2024) a cura di Tommaso Di Dio, poeta e critico; “L’eterna estate di Dylan Thomas” (“Laboratori critici” 5/2024, Samuele Ed.) a cura di Matteo Bianchi, poeta e critico, con 11 traduzioni di Piero Bigongiari riedite per il 110° anniversario della nascita. In collaborazione col Fondo Piero Bigongiari della Biblioteca San Giorgio.

Sabato 8 febbraio,ore 9-11 presso il Liceo Linguistico Filippo Pacini, i due poeti e critici terranno una lezione agli studenti sul tradurre poesie a partire da Dylan Thomas.


In occasione dei 110 anni dalla nascita di Dylan Thomas (1914-1953) e di Piero Bigongiari (1914-1997), sono state ripubblicate le 11 traduzioni dal poeta gallese del poeta pistoiese, apparse per la prima volta in Il vento d’ottobre. Da Alcmane a Dylan Thomas (Mondadori 1961). Sono ospitate sulla rivista “Laboratori critici” per la cura di Paolo Fabrizio Iacuzzi con la riproposta di un’importante scritto di Bigongiari su Thomas (Una pace provvisoria, la poesia) e un saggio che rievoca l’amicizia fra i due poeti e l’importanza di Thomas sul suo coetaneo, con inediti ritrovati nel Fondo Bigongiari della Biblioteca San Giorgio (pubblicati per gentile concessione).

Il curatore e presidente del Premio Ceppo parlerà proprio alla San Giorgio del rapporto fra i due grandi poeti insieme a Matteo Bianchi, curatore del fascicolo della rivista “Laboratori critici” interamente dedicato a Dylan Thomas (con ricerche d’archivio e importanti scoperte), e insieme a Tommaso Di Dio, che ha tradotto sulla rivista, in parallelo alla corrispettiva traduzione inedita di Bigongiari, la poesia To Other Than You.

La lezione a più voci, pensata anche per un pubblico di giovani lettori come i Giurati del Premio Ceppo Biennale Poesia 2025 che parteciperanno all’incontro, sarà l’occasione per mettere a fuoco la poesia di Dylan Thomas che non smette di ossessionare poeti, lettori e appassionati di tutto il mondo ancora oggi. Ne sono la prova la stessa traduzione del giovane poeta Tommaso Di Dio nel suo volume Visione e preghiera e altre poesie scelte ma anche le versioni di altri importanti poeti (Roberto Mussapi, Alessandro Ceni e Gabriele Frasca) nonché di altri più giovani poeti che il fascicolo di “Laboratori critici” documenta.

Per Tommaso Di Dio “la potenza visionaria della scrittura di Thomas sembra imbrigliare – in una lingua fra le più virtuosistiche e musicali che l’inglese abbia mai conosciuto – le forze telluriche della natura e quelle psichiche, i movimenti dello zodiaco e i desideri più intimi del corpo”. I testi da lui selezionati sono stati disposti in ordine cronologico, così da permettere di seguire il cammino evolutivo dello stile di Thomas, in una sorta di diario che si svolge poesia dopo poesia, con ampie note in cui si confronta con le traduzioni di altri poeti, comprese quelle di Bigongiari stesso. Si va dai celebri testi della giovinezza come And death shall have no dominion e dalle poesie che testimoniano la tragedia dei bombardamenti su Londra fino ai capolavori sinfonici e pastorali della maturità.

Ogni poesia di Thomas è abitata dal desiderio inesausto di una vita più intensa, in cui morte e vita, tenebra e luce si stringono in un circuito senza fine: «La mia arca canta nel sole/ alla velocità di Dio alla fine di un’estate/ E il diluvio, ora, fiorisce» scrive Thomas nella traduzione di Di Dio. E in parallelo Bigongiari, nell’ottobre 1933 con la poesia La casa nel bosco (ritrovata da Iacuzzi in una lettera a Mario Ciattini inviata da Pistoia e ora in Tutte le poesie, Le Lettere), scriveva una sorta di autoritratto-inno alla poesia, iniziando la sua carriera di poeta proprio con questa immagine-totem che sarà l’emblema di tutta sua opera-universo.


Matteo Bianchi Matteo Bianchi (Ferrara, 1987) si è specializzato in Filologia moderna a Ca’ Foscari sull’opera di Corrado Govoni, curando poi l’Annuario govoniano di critica e luoghi letterari (La Vita Felice, 2020) e Il lascito lirico di Corrado Govoni (Mimesis, 2023). E’ libraio e giornalista. Scrive per “Left”, “Il Sole 24 Ore”, “Il Foglio” e “Globalist.it”, è redattore di “Pordenoneleggepoesia.it” e dirige il semestrale “Laboratori critici” di Samuele Editore.
Ha pubblicato le raccolte Fischi di merlo (Premio Turoldo, Edizioni del Leone 2011), L’amore è qualcos’altro (Empirìa, 2013), La metà del letto (Premio Metauro, Barbera 2015) e Fortissimo (Premio Maconi Giovani, Minerva 2019). Suoi versi sono apparsi in diverse antologie, così nel “Quadernario” (a cura di M. Cucchi, Lietocolle 2016), e in rivista su “Nuovi Argomenti”, “l’immaginazione”, “Cenobio”, “Gradiva”, “Función Lenguaje”, “Bloc notes” e su “Leparoleelecose.it”.

Tommaso Di Dio (1982), vive e lavora a Milano. È autore di alcune raccolte di poesie, fra cui Favole (Transeuropa 2009), Tua e di tutti (Pordenonelegge-Lietocolle 2014) e Verso le stelle glaciali (Interlinea 2020). Si occupa di critica letteraria, filosofia e traduzione. In particolare, dal 2015 è membro del comitato scientifico del laboratorio di filosofia e cultura Mechrí ed è dal 2018 tra i curatori del progetto di poesia e arti visive Ultima. Nel 2022 è stato pubblicato il suo ultimo libro di poesia, per Scalpendi Editore, dal titolo Nove lame azzurre fiammeggianti nel tempo.