Chi è Piero Bigongiari
Piero Bigongiari, poeta e scrittore, critico militante e comparatista, teorico del linguaggio e della letteratura, pensatore e traduttore è nato a Navacchio (Pisa) il 15 ottobre 1914 ed è morto il 7 ottobre 1997 a Firenze, la città dove è stato protagonista della vita culturale italiana e internazionale: dalla fervida stagione europeista degli anni Trenta legata a “Campo di Marte” e “Letteratura” a quella longhiana di “Paragone”, dalla partecipazione a “L’Approdo letterario” a “Paradigma”, la rivista da lui fondata e diretta dal 1977.
È stato professore dell’Università di Firenze, dove ha insegnato Letteratura italiana moderna e contemporanea. Ha abitato anche a Pescia, Pistoia, Forte dei Marmi e Barberino di Mugello. Le carte e parte della sua biblioteca sono conservati nel Fondo Piero Bigongiari della Biblioteca San Giorgio del Comune di Pistoia (documentato a cura di Paolo Fabrizio Iacuzzi in Voci in un labirinto, Firenze, Polistampa 2000).
I primi sei libri di poesie, dal 1933 al 1963 (L’Arca, La figlia di Babilonia, Rogo, Il corvo bianco, Le mura di Pistoia, Torre d’Arnolfo sono raccolti in Tutte le poesie I (1994), a cura di Paolo Fabrizio Iacuzzi. Fra i volumi di poesie successivi: Antimateria (1972), Moses (1979), Col dito in terra (1986), Suite parigina (1987), Diario americano (1987), Nel delta del poema (1989), Gli Inni (1986), La legge e la leggenda (1992), Abbandonato dall’angelo (1992), Dove finiscono le tracce (1996), Tra splendore e incandescenza (1996). Sono uscite postume, a cura di Iacuzzi, le poesie del 1990, E non vi è alcuna dimora (1999) e del 1996-97, Il silenzio del poema (2003). Nel 2009 è uscita La pietà, la noia della pietà (1942-44). Nel 2014, in occasione del centenario della nascita, Agosto al Forte.
L’attività in prosa è attestata dai racconti giovanili de Il sole della sera (1994), da Testimone in Grecia (1954) e Testimone in Egitto (1958), da Visibile e invisibile (1985), Una città rocciosa (1994), Nel giardino di Armida (1996), L’occhio del vento (2014). Le traduzioni sono raccolte in Il vento d’ottobre (1961).
Fra le opere di critica letteraria: L’elaborazione della lirica leopardiana (1937), Studi (1946), Il senso della lirica italiana (1953), Capitoli di una storia della poesia italiana (1968), Poesia francese del Novecento (1968), Prosa per il Novecento (1970), La poesia come funzione simbolica del linguaggio (1972), Leopardi (1977), Poesia italiana del Novecento (1978-80), L’evento immobile (1987), Il critico come scrittore (1994) e, postumi, La poesia pensa (1999) e Abroad (2004).
Per la critica e la teoria dell’arte si segnalano: Dal Barocco all’informale (1980), Il Seicento fiorentino (1982), Taccuino pittorico (1994).
La sua collezione di quadri del Seicento fiorentino, conservata presso la sede della Cassa di Risparmio di Pistoia e della Lucchesia, è fra le più importanti.
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